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App. Quando il Rosario diventa un malware

App. Quando il Rosario diventa un malware

Un malware per minare bitcoin nascosto dietro un’app per la preghiera? Sembra una barzelletta ma è successo realmente: l’incriminata è un’applicazione per recitare il Rosario disponibile su Google Play.

Due app malevole all’attacco di Google Play

Di sicuro gli hacker hanno giocato bene le loro carte perché tra tutte le app esistenti dentro cui piazzare un malware quella per il Rosario era probabilmente la più impensabile. I tecnici informatici di Trend Micro però l’hanno scovata e hanno fatto di più: è saltata fuori un’altra app con un lato malevolo, un’applicazione che offriva sconti di vario genere. Ad essere sotto attacco è stato Google Play, l’app store del robottino verde: viene da chiedersi quindi se tra l’infinità di applicazioni presenti ce ne siano altre poco sicure.

Dal Rosario al mining di bitcoin

Ma se non erano app legittime a cosa servivano esattamente le due app? Tramite alcuni stratagemmi a livello di codice, le applicazioni iniziavano in realtà a minare bitcoin per gli hacker una volta installate. Il mining è il processo informatico alla base dell’estrazione delle criptovalute, le valute digitali, come il bitcoin appunto: più potenza di elaborazione dei dati si riesce a ottenere, più monete si riescono a fare. Quindi occorre raggiungere l’hardware di quanti più dispositivi possibile.

Le conseguenze per lo smartphone

Il tutto avviene ovviamente all’insaputa dell’utente. E tra un preghiera e l’altra, come nel caso dell’app per recitare il Rosario, intanto ci sono migliaia di Mr Robot impegnati a estrarre bitcoin. Attenzione però: tu non ti accorgi di nulla, ma lo smartphone ne risente. La batteria si danneggia e potrebbe iniziare a dare problemi di durata, le prestazioni rallentano e si corre il rischio della violazione dei dati.

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